mercoledì 13 aprile 2011

Usura di Stato. C’è anche chi muore di Equitalia.

La crudeltà,la spietatezza,l'arroganza,il malaffare si possono coniugare in parecchi modi.Uno di quelli più odiosi è rappresentato dalla celebre espressione:essere debole con i forti,e forte con i deboli.
L'Italia è forse il Paese con la più alta percentuale di evasione fiscale al mondo.Ed è anche la nazione che è riuscita nell'ardua impresa di mettere appunto la più iniqua manovra di rientro dei capitali portati all'estero,evadendo appunto il Fisco:il famigerato scudo fiscale.E mai locuzione verbale fu più appropriata!Rientro dei capitali nel più assoluto anonimato,con un ridicolo omaggio del 5% al fisco ed il salvacondotto legale,valgono uno scudo,una corazza ed un manipolo di fanti a protezione.E questo è l'essere debole con i forti...

Così,mentre il Fisco si ingegna per "invogliare" i capitani coraggiosi della nostra economia a riportare nel Belpaese il maltolto,un altro ente spulcia le miserie dei cittadini comuni:Equitalia.

Queste sono le sue cifre:più di 7 milioni di fermi amministrativi, quasi 4 milioni di immobili ipotecati, più di un milione di conti correnti sequestrati;in questi ultimi 2 anni più di 1200 di piccole imprese hanno dovuto dichiarare fallimento con la diretta conseguenza dell’annientamento di oltre 8000 posti di lavoro. Milioni di famiglie italiane gettate sul lastrico,un vero dissesto sociale.Il tutto avviene tra cartelle pazze,semafori truccati,debiti irrisolti delle vecchie società di riscossione che vengono riversati sui cittadini (vedi Tributi Italia di Aprilia e Gestline) ipoteche illecitamente applicate, etc etc. Nella stragrande maggioranza dei casi questi provvedimenti vengono attuati senza che i cittadini interessati ne siano informati.
In un periodo di grave crisi economica come quello in cui viviamo è assolutamente impensabile continuare con questa mattanza sociale, attuata da una società pubblica (come EQUITALIA) che applica metodiche mafiso/criminali, tassi da usura, senza porre la benchè minima attenzione alle condizioni personali dei cittadini. E’ un sopruso di Stato.
Intanto da Torino arriva (l’ennesima) storiaccia di mala-Equitalia,e ce la racconta Marco Accostatode La Stampa.

“Le case non si toccano... non si può fare ammalare così la gente”, diceva un anno fa Mauro Bordis, con le lacrime agli occhi, di fronte alle telecamere di Report, durante una puntata-inchiesta su Equitalia. Piccolo artigiano esperto in antichità e restauri, aveva da poco scoperto di avere la casa di Moncalieri ipotecata e i fidi bancari sospesi per una cartella esattoriale da 6 mila euro. Un piccolo debito, una somma non pagata entro la data di scadenza. 
«Non si può fare ammalare così la gente». Parole tragicamente premonitrici: un anno dopo, Bordis non c’è più. E’ morto d’infarto mentre lottava contro le cartelle di Equitalia, travolto dall’angoscia di vedersi non solo ipotecare casa, ma persino bloccare gli strumenti di lavoro per quel debito da qualche migliaio di euro con le tasse. Un paradosso. Un caso fra migliaia, storie di piccoli imprenditori «che non hanno evaso e non intendono evadere il fisco, ma che la crisi ha soltanto messo nelle condizioni di non riuscire a pagare subito i debiti con lo Stato». Bordis è morto d’infarto e la sua storia è diventata l’emblema di una battaglia di giustizia portata avanti dalla moglie Ewa Mayer, ospite domenica sera del Senso della Vita, la trasmissione di Paolo Bonolis su Canale 5. 
«Non è quel debito ad avere ucciso mio marito», sospira la vedova Bordis. «E’ il girone infernale che non t’immagini nel quale siamo precipitati per quel debito da nulla. E con noi, molte altre famiglie. Prima che ne fossimo informati, la banca sapeva già che eravamo “cattivi pagatori”, così ci ha contattato perché restituissimo entro cinque giorni 25 mila euro che ci aveva concesso di fido». Nessuno ti fa più credito, nessuno si fida più, se Equitalia ti «bolla» come pagatore inaffidabile. In poche ore si può mettere in ginocchio una vita, addirittura una famiglia intera, contribuire al fallimento di un’azienda già in difficoltà. Il colpo di grazia. E’ la storia dei Bordis, ma lo sanno bene circa 100 mila famiglie che in Piemonte si ritrovano oggi con una casa sotto ipoteca o con le ganasce fiscali all’auto. Ewa Mayer è una delle persone che - grazie al consigliere regionale Alberto Goffi, Udc - aderirà a una class action nazionale che s’intende lanciare contro Equitalia. Il marito Mauro aveva 58 anni, era artigiano da 38. 
«Ai nostri figli - dice la Mayer - abbiamo sempre insegnato l’onestà. Oggi, vedendo in quale situazione ci siamo trovati, e pensando a quegli evasori di lusso che hanno portato capitali all’estero risolvendo poi tutto con uno scudo fiscale al 5 per cento, non so più che cosa sia meglio insegnare. Se conviene essere onesti oppure furbi». 

Questo è l'essere forte con i deboli...
Sciogliere il dubbio della signora Mayer diventa difficile anche per chi mette l'Etica e la Morale davanti ad ogni cosa...

Peppe

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