domenica 29 maggio 2011

Benvenuti nel mondo violento del "signor belle speranze"

DI JOHN PILGER
johnpilger.com

Quando la Gran Bretagna perse il controllo dell'Egitto nel 1956, il primo ministro Anthony Eden disse che voleva il presidente nazionalista Gamal Abdel Nasser "distrutto [...] ammazzato [...] non m’importa niente se c'è anarchia e caos in Egitto". Quegli arabi insolenti dovevano essere ricacciati "nei bassifondi da cui non sarebbero mai dovuti uscire", aveva invece già sostenuto Winston Churchill nel 1951.

Il linguaggio del colonialismo avrà subito modifiche, ma lo spirito e l’ipocrisia sono identici. Come risposta mirata alle sommosse arabe iniziate a gennaio che hanno sbigottito Washington e l’Europa - causando un panico come se fossero stati cacciati dall'Eden -, sta emergendo una nuova fase imperialista. Perdere il tiranno egiziano Mubarak è stato doloroso, ma non fatale. Una contro-rivoluzione, sostenuta dagli americani, è tuttora in corso, dato che il regime militare del Cairo è sedotto da una nuova corruzione e dallo spostamento di potere dal basso ai gruppi politici che non hanno partecipato alla rivoluzione. L’obiettivo dell’Occidente, come sempre, è quello di bloccare la democrazia autentica e di riprendere il controllo.

La Libia è arrivata al momento propizio. L’attacco della Nato alla Libia con il pretestuoso mandato della “no-fly zone” assegnato dal Consiglio di Sicurezza dell’ONU per “proteggere i civili” è singolarmente simile alla definitiva distruzione della Jugoslavia nel 1999. Non c’era un avallo vero e proprio delle Nazioni Unite per bombardare la Serbia e per “salvare” il Kossovo, eppure quella propaganda echeggia ancora. Al pari di Slobodan Milosevic, Muammar Gheddafi è dipinto come “un nuovo Hitler” che ordisce il “genocidio” della sua stessa gente. Di questo non c’è alcuna prova, come non c’era alcuna prova del genocidio in Kossovo. In Libia c’è una guerra tribale civile, e la rivolta armata contro Gheddafi è stata da tempo pianificata da americani, francesi e inglesi con i loro aerei che attaccano la zona residenziale di Tripoli usando missili all’uranio e col sommergibile HMS Triumph che spara missili Tomahawk, ripetendo la tattica “shock and awe”, “sconvolgi e terrorizza”, usata in Iraq, che ha causato migliaia di morti e mutilati tra la popolazione civile. E come in Iraq, le vittime, tra cui innumerevoli soldati di leva carbonizzati dell’esercito libico, per i media sono non-persone.

sabato 28 maggio 2011

Brutta aria per l'€uro

Nuove pessime notizie per malato chiamato Euro.Sarkozy,al termine del G8,ha detto che i creditori della Grecia “dovranno partecipare delle perdite e di un piano di ristrutturazione del debito."
Questa affermazione,tradotta dal politichese al linguaggio della strada,significa che le banche creditrici tedesche,francesi ed olandesi rischiano di non vedere rientrare un euro.Insomma,siamo vicini al primo default ufficiale!
Ora si è messo in moto un intenso lavorìo volto a limitare i danni.Perchè non c'è solo il problema dei debiti inesigibili per le banche che avevano acquistato i titoli di Stato greci.Se si dichiara il default,la bancarotta della Grecia,si attiverebbero i Credit Default Swaps(Cds) sottoscritti dalle stesse banche.
In pratica:le banche fregate dal crollo greco chiederebbero ad altre banche il pagamento del danno,che precedentemente avevano assicurato con i Cds.Questo scatenerebbe un effetto domino simile a quello dei mutui subprime,ma su una scala molto più grande.Crollerebbe tutto il sistema bancario,con appresso gli Stati.Insomma,un vero e proprio Armageddon finanziario,le cui conseguenze sociali sarebbero paurose.
I legali stanno studiando una via d'uscita per evitare che l'insolvenza greca faccia scattare il pagamento delle polizze assicurative.Intanto le banche creditrici dovrebbero accettare un dilazionamento del rientro dei debiti greci,ed una parziale svalutazione degli stessi.
E' una partita che si gioca su equilibri terribilmente precari;è come camminare su una corda sospesa su un fiume infestato di alligatori:un piccolo errore,cadi ed è finita.

Giustizia (s)fatta!

Qualcuno di voi ci avrà fatto caso,anche perchè la notizia è stata rilanciata da tutte le agenzie di stampa e quindi passata da tutto il sistema informativo.

Qual è la grande notizia?Mantenetevi forte:è stato scarcerato e rimpatriato d'urgenza Ivan Bogdanov.
Chi è costui? Ma come,non ricordate? Ivan il terribile, il flagello di Dio, il truce, l'immondo...
Ok, vi vengo incontro: il coglione corpulento e stra-tatuato messosi in evidenza sulle tribune di Marassi durante Italia-Serbia.

Di questa vicenda ne scrissi nel primo post di questo blog (Ultrà serbi,politica e ipocrisia), e lo sconcerto che ebbi per le reazioni di allora è diventata ilarità oggi.
Il tono greve e solenne col quale i media hanno trattato la sua vicenda farebbe pensare ad un mostro accusato di crimini contro l'umanità.Manco fosse un Himmler, un Goebbels, o un più recente Mladic,per restare in quella zona.
Ma allora chi è Ivan "il terribile"?

giovedì 26 maggio 2011

La fine dell' Euro

Quello che era un timidissimo filo d'aria,appena percettibile,sta crescendo d'intensità ed ora inizia ad essere un venticello.Le nubi che si affacciano all'orizzonte però,sembrano annunciare l'arrivo di una vera e propria tempesta di vento.Sul campo,chi potrebbe rischiare di esserne travolto,è una pianta che sta rapidamente seccando,perdendo così la robustezza necessaria per difendersi.
La pianta in questione è l'Euro,ed i rami che stanno diventando secchi sono la Grecia,l'Irlanda e la Spagna.

Ora sembra che all'interno della Commissione Europea e della Bce,si faccia sempre più strada l'ipotesi di una drastica potatura.Quindi si vorrebbe rinunciare a quei rami,tagliandoli per proteggere il resto della pianta.
In botanica la cosa potrebbe funzionare.In campo economico-monetario,non credo proprio.

L'Euro si sta sfaldando sotto i nostri occhi.Ed il bello è che il colpo di grazia potremmo darglielo proprio noi italiani.Perchè se ipoteticamente la Bce e la Commissione potrebbero sopportare l'uscita di Stati non molto "pesanti" come Irlanda e Grecia,ed una media potenza come la Spagna,con l'Italia non reggerebbe.

Da dove nasce la mia considerazione?E' il prodotto della convergenza di diversi elementi:

lunedì 23 maggio 2011

Il Risiko delle banche sul tavolo della politica.

Alzi la mano chi legge le pagine economiche dei quotidiani,o prestano attenzione ai servizi dei tg che parlano di finanza(le poche volte che succede).
Molti di voi staranno pensando "già si fa fatica ad ascoltare quei farabutti della politica,figuriamoci i banchieri".E come darvi torto?Del resto il mondo della finanza appare come qualcosa di completamente estraneo ed astruso dalla realtà quotidiana con cui facciamo i conti.
Ad un trentenne precario,ad una casalinga alla terza settimana del mese,ad un piccolo imprenditore strangolato dalle banche,cosa importa se Giovanni Galateri di Genola diventerà il nuovo presidente delle Assicurazioni Generali dopo che Cesare Geronzi si è dimesso? Niente. Per te che fatichi per sopravvivere non c’è nessuna “svolta epocale”.


Chi sia Geronzi,cosa rappresenti,quali siano i suoi ganci politici è difficile che interessi.Eppure "è uno che conta";questo tizio è la personificazione di un certo modo, paludato e impastoiato con i partiti, di fare finanza e di un certo mondo, a metà fra Chiesa e Berlusconi, tutto romano e di potere. Rappresenta uno dei volti del cosiddetto salotto buono. Ma l’uomo della strada ne era escluso prima e resterà escluso anche dopo la sua uscita di scena. Perciò le paginate dedicate agli intrighi e ai retroscena delle dimissioni di Geronzi (accusato di falso e bancarotta per il crac Cirio) sono esercizio autoreferenziale offensivo per la gente che a che fare con la vita vera.


Le liti,le trame,le beghe fra banchieri, industriali e manager riguardano una dimensione parallela tutta loro. Il guaio è che le manovre che la agitano e la squassano, nel linguaggio incomprensibile e nell’aura semi-occulta in cui è avvolta, rappresentano i movimenti del potere dominante.Movimenti che,scendendo per le scale sociali,investono l’esistenza di tutti noi, ignari e incoscienti sudditi. Il quotidiano spettacolo della politica è la facciata visibile, ma dietro le quinte questi signori grigi e azzimati,sconosciuti ai più,decidono con le loro lotte gli assetti del potere reale, quello finanziario. Sono i finanzieri ad avere le chiavi della cassa. E in una società totalmente regolata in base alla quantità ed il peso del denaro,chi tiene i cordoni della borsa è il padrone.

sabato 21 maggio 2011

Lo sporco lavoro del Rating

E così i sommi sacerdoti,i custodi del tempio,gli sciamani dei conti pubblici del globo terracqueo,hanno emesso il loro ultimo vaticinio.I messaggeri del sacro mercato,riuniti sotto le vestigia di Standard & Poor's,hanno messo nero su bianco ciò che i tristi e tremebondi ministri economici delle nazioni temono come il colera:l'aggiornamento dell'outlook sul debito pubblico!
E per l'Italia la sfera di cristallo non ha lasciato intravedere scenari positivi.Tanto da meritarsi un tremendo presagio di sventura,chiamato declassamento del debito ad A+.
Tornando un attimo più seri,per quanto lo si possa essere quando si leggono le previsioni delle Agenzie di Rating,siamo alle solite.Le lobbies finanziarie globali hanno deciso di condizionare le scelte dei governi sovrani,e nel frattempo fare qualche soldino di più sulle spalle di ignari cittadini.
Come saprete,quando questi signori abbassano il loro rating(giudizio)sul debito pubblico,dicono al mercato:attenzione investitori e banche,quando comprate i titoli del debito italiano(Bot);questi potrebbero avere qualche piccolo problema a pagarvi.Questo comporta che i titoli italiani diventano meno appetibili sul mercato.E siccome lo stato ha bisogno di venderli per fare cassa,deve per forza alzare il tasso di interesse degli stessi.

giovedì 19 maggio 2011

Durissimo domani

DI MARCO DELLA LUNA
marcodellaluna.info

Il futuro di medio termine sarà, con ragionevole certezza, durissimo, e per quasi tutti orribile. E’ tempo di iniziare a pensare alla morte in termini positivi e a come vivere al meglio quanto può restare da vivere decentemente.

Le grandi tendenze evolutive globali, ben al di sopra della capacità di intervento della politica, sono ormai complessivamente chiarissime:

Spostamento di crescenti quote di reddito a) dai produttori di ricchezza (economia reale, imprenditori, tecnici, operai, agricoltori) ai finanzieri-banchieri (economia speculativa); b) dagli operatori in regime di libero mercato ai cartelli monopolisti e monopsonisti che condizionano il mercato da sopra di esso; c) dai piccoli operatori (lavoratori, imprese locali) agli operatori globali (multinazionali, grande distribuzione), che impongono il prezzo sia ai fornitori che ai clienti finali; d) in generale, dal complesso della popolazione a una ristretta élite non tassabile (grazie a: regole contabili Iasp, che consentono di non dichiarare gli utili da creazione di liquidità; canali Euroclear, Clearstream, BIS, BCE, Cayman Islands, Panama, per la movimentazione e l’uso degli utili non dichiarati), e sulla quale non si può quindi agire per una redistribuzione del reddito;

Rafforzamento globale dei monopoli e dei monopsoni (produzione di moneta e credito, energia, materie prime, tecnologia, informazione);

Progressivo annullamento delle classi medie, anche mediante interventi fiscali degli stati in crisi finanziaria (che colpiscono dove possono, cioè il risparmiatore e il lavoratore che ha patrimonio e reddito ma non è abbastanza grosso e forte da sottrarsi al fisco coi mezzi indicati sopra);

Drastico taglio dei servizi sociali e dei pubblici investimenti; 

martedì 10 maggio 2011

La logica ferrea dell'appartenenza

Nel mio penultimo post di"considerazioni inutili" vi ho parlato del paradosso politico italiano, e di come le classificazioni politiche "classiche" assumano connotazioni contraddittorie. L'uso dei termini Sinistra-fascista e Destra-socialista era una chiara provocazione, con la quale volevo dimostrare l'evidente confusione ideologica del nostro tempo. E soprattutto l'ipocrisia che si muove dietro l'immagine di facciata della nostra politica.
Ad ogni modo, l'aver riconosciuto ad un movimento politico ai margini del sistema,il merito di aver evidenziato e condannato un"cattivo provvedimento" del governo, ha innescato la solita identificazione con quel partito.
Per cui se dico che Forza Nuova ha fatto bene a condannare l'innalzamento del limite di tasso usuraio per le banche, allora sono un fascista. Così, tranchant.
Ovviamente, per la proprietà transitiva,se domani pubblicherò un post o un link in cui si parla del sistematico smantellamento dei diritti dei lavoratori(vedi vicenda Mirafiori e Pomigliano), sarò chiaramente un militante di estrema sinistra (essendo la sinistra stata complice di Marchionne in queste vicende).

lunedì 9 maggio 2011

Grecia,crisi nera.Presto fuori dall'Euro?

La crisi dei debiti sovrani europei avanza inesorabilmente,e con essa continua lo sfaldamento dell'Euro.Ormai appare evidente che il sistema non può più reggere.Il sempre acuto Superbonus de Il Fatto Quotidiano analizza la pesante situazione greca e le sue possibili evoluzioni.E nel finale ci riserva una chiusura che suona come la posa di una pietra tombale sulle illusioni dei più ingenui europeisti.


Di fronte al diniego tedesco, finlandese ed olandese di allargare i cordoni della Borsa e accettare di farsi carico in toto del debito pubblico greco, Atene ha solo due alternative davanti a sé: uscire dall’euro subito prima di esaurire tutte le riserve valutarie in cassa, oppure uscire dall’euro quando non ci sarà più niente in cassa. Quando il settimanale tedesco “Der Spiegel” ha raccontato, venerdì, che i negoziati sull’uscita dall’euro sarebbero già in atto, è scoppiato un comprensibile panico, nonostante le smentite del governo di Atene. Il Pil greco, sceso del 4,2 per cento lo scorso anno, nel 2011 si contrarrà di un ulteriore 3 per cento, mentre l’inflazione salirà di almeno 2 punti. La Banca centrale greca ha detto che l’inflazione risultante dall’aumento dell’Iva e dall’aumento del prezzo della benzina ha ridotto i salari reali del 9 per cento lo scorso anno e nel 2011 si aggiungerà una contrazione del 5 per cento. 

domenica 8 maggio 2011

Sinistra-fascista e destra-socialista:paradossi italiani

Dalle mie parti è in uso un antico detto che recita:"Fatt 'o nome e và arrubbà".Che tradotto dal dialetto in italiano corrente,vuole significare che una volta che ci si è fatti una buona nomea si può anche rubare,nella quasi certezza di non essere mai sospettato.
Se c'è qualcuno che in politica ha recepito perfettamente il detto e l'ha fatto suo,è la sinistra italiana,o quantomeno la sua espressione elettoralmente più significativa,il Pd.
I suoi dirigenti odierni hanno avuto in eredità una gloriosa storia di lotte sociali,di conquiste di diritti per le fasce sociali più deboli e di generale attenzione verso le stesse.E questo credo,anzi sono sicuro,possa essere riconosciuto e condiviso da tutti,a prescindere dalla personale formazione politico-culturale.
Quella storia,che aveva tracciato un preciso solco nel quale la sinistra doveva seminare e coltivare la sua politica,è stata nei fatti abiurata.Ed al di là delle rivendicazioni di facciata,si è adoperata in tutt'altra direzione.
La cosa che però lascia più perplessi,è l'incapacità del suo corpo elettorale più senziente di percepire e realizzare questo scollamento ideologico.La "piccola borghesia" di sinistra,quella degli statali,degli insegnanti,dei sindacalisti locali,ha "bucato" nella realizzazione di questo cambiamento.E laddove loro hanno mancato,una grossa fetta di operai,di prima linea sociale,ha invece colto il cambiamento,ed ha portato i suoi voti dall'altra parte.
Così chi è rimasto a presidiare le posizioni ed i problemi reali della gente comune?

sabato 7 maggio 2011

Mare(non più) nostrum.

Ricordate il mantra della politica estera italiana?L'Italia deve essere il Paese leader del Mediterraneo;dobbiamo essere gli interlocutori privilegiati dei paesi africani che si affacciano sul "Mare nostrum".
Ed in effetti,nonostante la "complessità"del nostro sistema politico,in quarant'anni di sforzi inaugurati dall'era Mattei abbiamo maturato ottime relazioni con Libia,Iran,Siria,Egitto,Marocco,Giordania.O meglio,avevamo maturato...Sì,perchè è bastato veramente poco per buttare a mare quei rapporti diplomatico-commerciali.
La Nato ha deciso che l'Africa va rimodulata e ricostruita politicamente,per via del nuovo asseto geopolitico che va configurandosi.Usa,Inghilterra,Francia e,più timidamente,Germania stanno affannandosi per inserirsi nella competizione con i Paesi Brics(Brasile,Russia,India,Cina),per accaparrarsi il controllo della nuova frontiera delle risorse africane.
Nel tourbillon di eventi che stanno avvenendo nel Maghreb,la nostra posizione è ridicolmente balbettante e senza strategia.Dovremmo muoverci per tutelare i nostri interessi,frutto di relazioni storiche consolidate,ed invece che facciamo?Andiamo al traino ora della Francia,ora degli Stati Uniti.

Africa,la nuova frontiera

L'AFRICOM del Pentagono contro la rete d'investimenti della Cina - il premio più ambito: le risorse naturali dell'Africa.

DI PEPE ESCOBAR
english.aljazeera.net

Dalle guerre energetiche a quelle per l’acqua, il ventunesimo secolo sarà caratterizzato da una strenua battaglia per l’accaparramento delle risorse naturali del mondo, di quelle rimaste. Lo scacchiere è globale. La posta in gioco è enorme. Molte battaglie rimarranno invisibili. Tutte saranno cruciali.

Nell’Africa ricca di risorse si sta svolgendo una complessa vicenda secondaria rispetto al nuovo Grande Gioco dell’Eurasia. E consiste di tre grandi fattori intrecciati tra loro:

1) Lo sviluppo dell’Unione Africana (AU) lungo i primi anni dei 2000;

2) L’offensiva cinese degli investimenti in Africa nei 2000;

3) La creazione da parte del Pentagono dell’African Command (Africom) nel 2007.

Pechino sa perfettamente che il bombardamento anglo-franco-americano sulla Libia, oltre alla miriade di implicazioni geopolitiche, ha messo a repentaglio miliardi di dollari di investimenti cinesi, per non parlare dell’evacuazione (agevole) di oltre 35.000 cinesi che vi lavoravano.

E soprattutto, ma questo dipende dai risultati della rinegoziazione dei contratti energetici con un governo filo-occidentale, potrebbero essere messe a grave rischio le importazioni cinesi di petrolio (il 3% del totale nel 2010).

Quindi non appare sorprendente il fatto che China Military, un quotidiano dell’Esercito di Liberazione Popolare (PLA), così come diversi settori accademici, sostengano apertamente che la Cina deve abbandonare la politica di 'basso profilo' di Deng Xiaoping e scommettere sull’espansione delle forze armate in difesa dei propri interessi strategici nel mondo (questi asset già contano per un totale di oltre 1,2 trilioni di dollari).

mercoledì 4 maggio 2011

Bum bum "derivati"!

L'attenzione dei media è ormai completamente rivolta al caso Bin Laden.Il terrorismo è già pronto a riprendersi il ruolo di spauracchio mondiale,mentre una guerra fresca fresca è già in corso;e forse qualche altra è in fase di pianificazione.

Intanto sembra che ci si sia dimenticati di un problema che tocca direttamente le nostre vite.Un problema che ha molte più probabilità di rovinarcele di un fantomatico pseudo terrorista nascosto chissà dove;piuttosto che la presa della democrazia in qualche sperduta landa sahariana.
Parliamo ovviamente della salute dell'economia globale.Parliamo dello stato dell'arte dei conti degli stati.E soprattutto di quello che avviene nelle Borse,i luoghi dove i destini delle economie vengono giocati come su un tavolo verde.



 “Un mercato fuori controllo da 360mila miliardi di euro. Un rischio di credito stimato in 750 miliardi di euro, pari alla somma del default di Grecia, Irlanda, Portogallo e Spagna”. Volumi e cifre che da dodici mesi in qua invece di ridimensionarsi sono persino in crescita. Non è l’attacco di un pezzo pre-crisi, un reperto delle cronache prima del 2008, ma è la fotografia dell’attuale situazione economica e finanziaria mondiale che traccia il Sole 24 Ore. Insomma è pronta, potenzialmente pronta la grande crisi bis, il bis della grande crisi: niente e nessuno è in grado di controllare i “derivati”, una massa enorme di denaro elettronico che si agita e si muove nella “stiva” della nave-pianeta e che, ad un’onda più alta delle altre, può sfondarne le paratie e mandarla a fondo. 

martedì 3 maggio 2011

Tra realtà ed incantesimo:la forza della televisione.








La televisione e la sua capacità di alterare la realtà.Interessante rappresentazione di come si può incantare ed ingannare il telespettatore,trasformando con un incantesimo virtuale la realtà.L'articolo è di Gianluca Freda,buona lettura.





Immaginate: vi svegliate un mattino e aprite la finestra. Dalla strada risale il vociare consueto di massaie e pendolari e il frastuono familiare, sferragliante e ruggente, del traffico urbano. Il cielo è azzurro, con appena un velo di lattigine all’orizzonte. Accendete la TV e lanciate un’occhiata distratta alle immagini che dalle reti Mediaset propinano allo spettatore intorpidito le rassicuranti minchiate del mattino. Sbadigliando, afferrate il telecomando satellitare e passate in rassegna i canali esteri, alla ricerca di rappresentazioni sostenibili. Click, click, click. Cartoon Network, Fox Life, Diva Channel, CNN, Canal Jimmy, Sci Fi... un momento! Cos’era quel servizio sulla CNN?

Tornate indietro.

Tutti i canali di news internazionali, dalla CNN, alla BBC, ad Al Jazeera, stanno trasmettendo qualcosa che attira la vostra attenzione e che vi lascia sbalorditi. “In Italia, una folla imponente di manifestanti protesta contro il governo. Il regime scatena la repressione. Le vittime sono centinaia”. 

Perbacco e Boccaccio! E dove sta succedendo tutto questo?

Mentre vi sforzate di intendere qualche parola dell’idioma esagitato della corrispondente dall’estero (in questo caso, l’”estero” è il vostro paese), vi cade l’occhio su una scritta che scorre in sovraimpressione. Poffarre! Si tratta proprio della vostra città! 

lunedì 2 maggio 2011

Osama:una soap opera di successo.

Devo ammetterlo: gli sceneggiatori della soap opera "Lotta al terrorismo islamico" sono dei geniacci! Hanno una immaginazione che,non dico Giulio Verne, ma neppure quelli di Beautiful si sognano...

Perchè, diciamoci la verità, dopo il colpo di scena del Mullah Omar, che sfugge ai Navy Seals, ai Rangers ed ai Sas inglesi a bordo di un motorino come quelli che regalava la Mondial Casa qualche decennio fa, non credevamo che si potesse fare di meglio. Ci avevano provato con la storia delle armi di distruzione di massa di "baffone Saddam"; che per la verità era sembrato carino,ma non aveva entusiasmato.
Ma avevano serbato il colpo ad effetto per le grandi occasioni,e la sorpresa non ha deluso gli spettatori.
Il perfido Osama Bin Laden,l'ultimo Anti-Cristo, il super-latitante eroe del Male viene stanato ed ucciso in un eroico conflitto a fuoco con un commando di forze speciali, guidato dalla Cia in territorio straniero. Tom Clancy applaude ammirato.