lunedì 23 aprile 2012

La piaga del debito pubblico: una questione di interessi...


Ehi tu; sì, ce l'ho con te, italiano. Cos'è, ti lamenti? Ce l'hai con questo Governo perchè ti sta strozzando? Ma non lo sai che ti stiamo "salvando"? Non ti vergogni neanche un pò? Hai fatto la cicala all'insegna del bengodi per una vita; ora che ti si presenta il conto, che fai, piangi?
Basta piagnucolare! Adesso ti raddrizzo la schiena con quattro calci nel sedere, ti metto a pane e acqua fin quando mi pare; e me ne frego se i tuoi figli non hanno di che campare: che emigrino pure come hanno fatto i loro trisavoli. 
Dobbiamo contenere il debito pubblico, abbassare lo spread, accontentare il Fondo Monetario Internazionale, la Bce e tutti gli investitori internazionali. Diversamente facciamo la fine della Grecia! 


Se vi compiace, questo è il sunto di ogni discorso del nostro stimatissimo ed autorevolissimo premier Mario Monti.

Come ben sapete, gira che ti rigira, la ferita sanguinante del nostro Paese è sempre il suo mastodontico debito pubblico. Sapete altrettanto bene quali sono le cause comunemente accettate come origine del debito: 

  • spesa sociale fuori controllo 
  • evasione fiscale diffusa
  • bassa crescita economica 
  • mancanza di competitività 
  • corruzione politica diffusa
In effetti si tratta di fenomeni facilmente riscontrabili da ognuno di noi. E proprio per questo motivo siamo tutti portati a riconoscerli come unica ragione del disastro verso cui stiamo andando incontro.

E' quindi su questi temi che si incentra l'attenzione mediatica; ed è sempre su questi temi che si appoggia l'operato di questo singolare Governo di non-eletti.

Quello che non si considera mai nella questione del debito pubblico è il "cui prodest", a chi conviene. Perchè se da un lato ci siamo noi italiani con una mole enorme di denaro preso in prestito, dall'altra ci sono dei soggetti che incassano costantemente una rendita dovuta all'utile degli interessi sul nostro debito. 

Manco a dirlo, chi letteralmente "pasce" sulle angustie dei nostri conti pubblici è il settore bancario e finanziario globale
Come ben sapete sono essenzialmente i colossi bancari ad acquistare i nostri titoli di Stato, finanziando le nostre casse. E come avete potuto vedere, dipende dai loro "umori" il rendimento che questi titoli pagano ai loro acquirenti. Il celebre Spread Btp-Bund è stabilito dal mercato: e chi fa il mercato...? Semplice no!?
Ovviamente al banchiere Monti non interessa approfondire la questione.

Fin qui la cosa è banale, direte voi. Ed in effetti lo è. Ben più interessante è incrociare queste considerazioni con la tabella qui sotto, trovata in questo interessantissimo articolo
Si tratta di uno studio che rileva come il debito pubblico attuale di circa 1.950 miliardi (2011) sia pari alla somma cumulata di tutti gli interessi. Cioè che il problema del debito è dovuto a 30 anni di interessi reali pazzeschi.



La tabella si ferma al 2007 con un valore del debito pubblico totale di 1.663.353 miliardi e un valore totale degli interessi pagati dal 1990 al 2007 di 1.605.543. Le due cifre sono identiche nel 2007, e se si aggiornano i dati, si vede che pagando circa 50 miliardi l'anno di interessi (ma quest'anno saranno 70 miliardi di euro) il totale del debito pubblico, che è di circa 1.950 miliardi di euro, è esattamente pari agli interessi pagati.


Come potete vedere si tratta di una manna enorme per i famelici appetiti della finanza. E poichè non c'è mai fine e limite alla loro voracità, recentemente la Bce ha "donato" moneta fresca alle banche all'1% di interesse; e con questi soldini cosa ci fanno? Mica li prestano ai cittadini? Noooo, quello è un rischio troppo grosso; meglio comprare i titoli di Stato, cioè il debito pubblico: rende intorno al 5% ed è garantito dal sangue dei contribuenti.


Ma è sempre stato così? La risposta è no.
Fino al 1981 il deficit dello Stato poteva essere finanziato con emissione di moneta da parte della banca centrale: dal 1975 la Banca d’Italia era obbligata a sottoscrivere i titoli di Stato rimasti invenduti durante le aste. Vera e propria svolta nella storia del debito pubblico italiano, nel 1981, per iniziativa dell’allora ministro del tesoro Beniamino Andreatta (in stretta collaborazione con il Governatore Ciampi), il divorzio fra banca centrale e tesoro sancì la fine del finanziamento obbligatorio del debito tramite emissione di moneta: la Banca d’Italia avrebbe potuto sottoscrivere o meno i titoli di Stato a sua discrezione. 


Ovviamente il prezzo da pagare era la dipendenza del finanziamento del debito pubblico dal settore privato.
Con buona pace della norma costituzionale secondo la quale il potere appartiene al popolo, fu messa nelle mani del "mercato", cioè di un gruppo ristretto di banche, la possibilità di generare una crisi finanziaria di dimensioni nazionali rifiutando di finanziare il debito della collettività.


A riprova di ciò, è utile osservare questa tabella che illustra bene la corsa costante ed irrefrenabile del debito pubblico italiano negli anni.







Se si osserva l'aumento del rapporto deficit/Pil dal 1990 al 2010, si denota un aumento del 24.30%. Ma se si osserva nella prima tabella il dato relativo al Pil, si nota che nello stesso periodo la ricchezza prodotta dal sistema Italia è più che raddoppiato.
Questo dimostra che non c'è crescita che tenga: il debito pubblico è inestinguibile. Gli interessi sul debito sono un moltiplicatore inarrestabile. Ma soprattutto una rendita a tempo indeterminato per le banche e la finanza. Rendita che grava sulle spalle dei cittadini, chiamati a rispondere con le loro tasche ed il loro lavoro a questo continuo prelievo forzoso.


Il nostro "irreprensibile" presidente Monti è un garante dell'imperiturità di questo meccanismo infernale. Ed è in nome della tutela di questo scempio che ha il coraggio di spronarci a fare sacrifici...
La cosa più triste è che sembrano quasi tutti convinti che sia necessario. E allora quasi quasi ce lo meritiamo...


Stay tuned

7 commenti:

  1. Un pensiero frulla nella mia testa
    lo so che è un pensiero utopico che và aldilà di ogni immaginazione
    vi chiederete quale
    semplice cambiare il modo ormai obsoleto di fare politica
    fatto solo di tante chiacchiere e pochi fatti molti si domanderanno come.

    Annullare L’ Elezioni Politiche
    ( servono solo ai mangiapane Servi delle Lobby )
    Cosi facendo risparmieremo un sacco di soldi
    snellendo i fabbisogni elencati
    come priorità In campagna elettorale da i partiti
    e accantonati per fare gli interessi delle lobby.

    Vi chiederete chi siederà in Parlamento e al Senato ?
    Governatori Regionale e Sindaci di città Capoluogo
    Colmeranno il vuoto lasciato dà i mangiapane servi delle lobby
    Nominando ognuno un rappresentante
    I primi al Senato i secondi al parlamento.
    Per discutere i programmi divulgati in campagna elettorale
    e dare priorità a quelli urgenti .
    Come recita un vecchio detto troppi Cuochi guastano la cucina
    È quello che è avvenuto in 64 anni di Repubblica .
    PS Mi sono chiesto spesso cose L’utopia
    E da ignorante quale sono questa è l’unica risposta
    Che mi è venuta in mente
    L’utopia è il bene Che non c’è
    È la scintilla che manca a L’uomo per essere simile à DIO. VITTORIO

    RispondiElimina
  2. Più che di utopie, avremmo bisogno di idee concrete sul da farsi. E gente concreta e coraggiosa pronta a farsi avanti. In realtà non mancano neanche le idee: scarseggiano semplicemente gli uomini.
    Grazie per il tuo contributo Vittorio.

    A presto,
    Peppe

    RispondiElimina
  3. Ciao Peppe.
    Un po' quello che succede a noi privati cittadini: se andiamo in Banca a chiedere, che ne so, un mutuo di 200.000 euro, alla fine, contati gli interessi si arriva a raddoppiare la cifra. A me questo sembra strozzinaggio, ma chi non è parlamentare o amico di persone danarose e generose, non c'è altra strada che quella di "accendere" un mutuo.
    Per accendere il quale ti chiedono anche cosa indossava la tua bisnonna quando si è sposata. Alle imprese o almeno a certe imprese i mutui li dannno con maggiore velocità e senza andare troppo per il sottile, allo Stato, beh, lì proprio la cosa si fa interessante, come tu hai dimostrato in questo articolo. L'Italia non ha nemmeno disavanzo primario, e tutto il debito, a quanto pare servirebbe a coprire ...gli interessi. Il dubbio che a qualcuno convenga è lecito. La sicurezza che siano coloro che hanno acquistato il debito è conseguente, e chi l'ha acquistato? Una volta era nelle mani dei cittadini italiani, e adesso? Altra domanda? perchè dal 1981 la Banca d'Italia non finanzia più il debito con l'emissione di moneta?
    Cosa è stato, una prova generale di euro?
    Intanto il Mondo FISICO, non quello immaginario esponenziale ed infinito delle banche e della finanziarie, sta crollando.
    Risorse che scarseggiano, inquinamento che avanza e clima impazzito. Oltre a un eccesso demografico che produce solo morte e disperazione. Siamo come il lievito per la birra: mangiamo tutto lo zucchero che c'è poi...diventiamo birra. Ma noi umani cosa diventeremo una volta mangiato tutto lo zucchero?
    I decisori politici stano lì a parlottare di numeri, gli avidi li seguono e noi che cosa siamo?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Daniela.
      Il tuo dubbio non è solo lecito: sa di verità...

      Il mondo fisico(come lo chiami tu), quello legato all'economia reale, insegue un modello che è legato mani e piedi alla crescita infinita. Senza crescita il sistema va in stallo, ed ormai non siamo neanche più legati ai cicli. La finanziarizzazione ha dato il colpo di grazia alla ciclicità classica dell'economia di mercato.

      C'è bisogno di ripensare l'economia e la società alla luce delle sfide del terzo millennio. Veleggiamo verso i 7 miliardi di esseri umani, su un pianeta che (insistendo sul modello di sviluppo vigente) non ha le risorse per garantire il benessere di tutti.

      Per fare questo bisogna fare i conti con una leadership globale che non è disposta ad accettare il cambiamento. E che anzi si industria per concentrare le forze e le ricchezze, al fine di garantire il proprio interesse particolare, a discapito delle necessità del 99% dell'umanità.

      Un abbraccio,
      Peppe

      Elimina
    2. Ciao Peppe. Il mondo fisico, meglio specificare, è CIO' SU CUI SI BASA L'ECONOMIA REALE, ovvero il suolo e i prodotti che ne ricava scavando (ultimamente troppo), lavorando i terreni per alimenti e anche (mah...biomasse per "valorizzazione" energetica), costruendoci sopra (in Italia esageratamente, abbiamo prodotti edilizi, scarsi, ma superiori alla domanda dei prossimi 50 anni...eppure c'è chi vuole costruire costruire costruire distruggendo bellezze naturali, paesaggi antropici, mosaici ecologici FODNAMENTALI per la nostra sopravvivenza), l'acqua (inquinata) e l'aria (con un clima deformato che ci porterà danni non immaginabili).
      I numeri che sono solo nella nostra testa di antropi intelligenti servono a comunicare, ma non a contare (strano eh?).
      QUANTO VALE IL PIANETA TERRA?

      Elimina
  4. Riciao. Ti allego un link a una intervista di leonardo Del Vecchio, fondatore della Luxottica.
    A quanto patre mica solo squinternati bloggers ce l'hanno con le BANCHE ITALIANE....
    http://www.megachip.info/tematiche/fondata-sul-lavoro/8138-il-piu-grande-imprenditore-italiano-attacca-le-banche-e-ne-denuncia-la-speculazione.html

    RispondiElimina