giovedì 24 maggio 2012

Facebook e follia a Wall Street

La vita ed il successo sul web sono alquanto mutevoli. Le tendenze la fanno da padrone, e rendono la popolarità alquanto effimera. 
Fino a qualche mese fa Facebook era il "must" assoluto, la piazza virtuale in cui "non si poteva non essere", l'argomento di cui parlare in ogni dove, e di cui si sentiva parlare in ogni angolo coperto dai media.


Ma il vento del web cambia rapidamente, ed oggi la fama del momento è di proprietà di Twitter. Le "star" del jet set e dell'entertainment comunicano attraverso i cinguettii, i giornalisti lo hanno eletto a nuovo megafono virtuale, ed immancabilmente anche i politici più scafati.

mercoledì 23 maggio 2012

Lo spauracchio della dracma


Con la loro protesta i Greci non hanno ceduto la loro sovranità. 
Continuiamo a sentire che la Grecia non può imporre controlli su cambi e capitali - come fece l'Islanda - per contenere i danni, ripristinando la stabilità per prepararsi alla botta della svalutazione che arriverà con il Dracma-Day
Continuiamo a sentire anche che la Grecia dovrebbe lasciare l'UE, se espulsa o se si ritirerà dall’ Euro.
Entrambe le affermazioni sono sbagliate.


La Commissione europea ha pubblicato uno studio del 2003 della "Economic Review" che esamina la base del trattato sui controlli del cambio in caso di emergenza.

giovedì 17 maggio 2012

Unione Europea & Lebensraum in salsa Schäuble



Wolfgang come Goethe, Wolfgang come Amadeus Mozart: wunderbar!

Ma questo è il passato. Il presente si chiama Wolfgang Schäuble, ovvero il ministro delle Finanze tedesche.
Ovviamente quest'ultimo non ha niente a che vedere con il grande poeta ed il geniale compositore. 

Il talento di Herr Schäuble è diverso, ed attiene ad un'arte che non ha niente a che vedere con l'universalità del linguaggio artistico: l'universalità del suo operare si rivolge agli interessi della sua Germania

Ma se questo sarebbe in buona sostanza il minimo che si chiederebbe ad un buon ministro di una Nazione sovrana, nel nostro caso assume una connotazione diversa: perchè qui non si parla di Germania, ma di Europa.

Stati Uniti…dai debiti


Mentre sembra che gli occhi del mondo siano rivolti solo sulla crisi dei debiti sovrani europei, altrove ci sono realtà che non se la passano per niente meglio. Gli Usa, ad esempio, hanno uno dei più grandi debiti pubblici al mondo; ma se questo è abbastanza risaputo, quello che raramente viene raccontato è il dissesto finanziario di molti suoi Stati.


*Prima sono falliti i Comuni, sotto i colpi della crisi immobiliare. Poi sono entrati in crisi metropoli e contee americane che, in Italia, sarebbero province o piccole regioni. Infine, hanno iniziato a traballare Stati floridi e attraenti come la California.
Insomma, negli Usa che propagandano la ricetta della crescita contro la linea europea del rigore, la situazione non è così rosea.

martedì 15 maggio 2012

L'Armageddon dei "derivati"

Un giorno chiesero a Warren Buffet: "Cosa ne pensa dei derivati?"; e lui rispose: " I derivati? Sono un'arma di distruzione di massa".
Se è questo il giudizio del più grande finanziere del mondo, un arzillo vecchietto che (insieme all'altro nonnino terribile George Soros) può muovere una quantità di denaro tale da mandare in crisi un'intera economia nazionale, potete farvi un'idea della mostruosità del mercato dei titoli derivati.


E' di questi giorni la notizia che Jp Morgan ha pubblicamente dichiarato di aver perso, anzi bruciato, la bellezza di 2 miliardi di dollari. Il suo Ceo Jamie Dimon, soprannominato nell'ambiente Voldemort (il cattivone della saga di Harry Potter), ha detto che si tratta di una perdita dovuta a qualche investimento sbagliato. E lo ha fatto con la serenità di chi ha investito sul sicuro, ma è rimasto fregato da serie di eventi sfortunati ed imprevedibili: poverino!

lunedì 14 maggio 2012

Krugman: il tramonto dell'Euro

Finchè a parlare e straparlare sono politici, politicanti, analisti del giorno dopo e pennivendoli vari, allora si può anche far finta di niente. Come del resto è facile dare del "catastrofista" o "visionario" a chi da tempo avverte sul pericolo, sempre più vicino, di un crollo improvviso del sistema economico.
Quando però a dipingere scenari foschi (ed imminenti) è un signore "piuttosto" autorevole (se così vogliamo definire un premio Nobel) come Paul Krugman, allora siete autorizzati tutti a...farvela addosso.

DI PAUL KRUGMAN
krugman.blogs.nytimes.com

Qualcuno di noi ne ha parlato, ed ecco come la pensiamo su come finirà questo gioco:

mercoledì 9 maggio 2012

Una sana botta alla politica

Boom! Boom! Badaboom!
Gran bella botta, non c'è che dire. Di cosa parlo? Ma ovviamente dei risultati delle elezioni amministrative di ieri. Il Pdl tracolla, la Lega viene travolta dallo sdegno dei suoi elettori, il Terzo Polo viene segnalato per "Chi l'ha visto" e il Pd finge di essere andato bene (sì, come no...).


Boom. Anzi, boooooooooom!
La politica, quella rigorosamente con la "p" minuscola dei partiti, è stata presa a sberle dagli elettori.
Dei partiti che sostengono il governo Monti non si salva nessuno. Adesso lo spasso è sentire le analisi strampalate, cervellotiche e puramente politichesi sul risultato del voto; tutte fatte, ovviamente dalle solite facce da talk show politici.

sabato 5 maggio 2012

Il debito pubblico italiano in sala trucco: Monti, the make up artist



La cosmesi del volto, operazione con la quale si abbellisce e rende più attraente un volto, nel mondo è conosciuta con due termini: maquillage e make up. 
Il primo è francese, ed ha il fascino sonoro tipico di quella lingua, che esprime bellezza ed eleganza. Il secondo termine è inglese, di cui esprime la proverbiale pragmaticità ed asciuttezza di quella lingua.
In italiano invece, il termine più usato è "trucco". Un termine bruttino, dal suono sgraziato; e che soprattutto evoca l'idea dell'inganno, del raggiro.
Però, in fin dei conti, esprime meglio degli altri il senso dell'operazione della cosmesi: vale a dire celare i difetti, distogliendo l'attenzione dalle imperfezioni.

Nell'ambito della finanza contabile degli Stati, il make up dei conti pubblici, ed in particolare del debito pubblico, è un'operazione in cui i nostri amici tedeschi, inglesi e francesi sono dei veri maestri.

venerdì 4 maggio 2012

Euro vs Lira. E se ci fosse una terza via?



L'ottimo Paolo Rebuffo alias Funny King, l'animatore e deus ex machina del sito "Rischio Calcolato", ha chiesto ai suoi lettori come voterebbero in un ipotetico referendum sull'uscita dall'€uro.

Provocatoriamente lui sostiene che voterebbe per il Si, e ritiene di essere pronto a sostenerne le conseguenze, che evidentemente non sarebbero uno scherzo. 
Lo stesso non ritiene che sarebbero in grado di farlo la maggior parte dei cittadini che voterebbe per il ritorno alla moneta nazionale, e che probabilmente (in caso di vittoria dei Si) scoprirebbero che l'abbandono dell'Euro sarebbe una medicina che finisce col peggiorare la salute del malato.

Le ragioni di chi sente accaponarsi la pelle al solo pensiero di un abbandono dell'euro non sono campate in aria; la prospettiva di una mega-svalutazione che va dal 30% al 60% è da incubo puro. 

martedì 1 maggio 2012

Se lo dice lui...Ovvero: Del Vecchio docet

 "I bloggers sono dei paranoici frustrati. Il complottismo da fumetti li rimbambisce, facendogli perdere il contatto con la realtà. Prendere di mira il sistema bancario e finanziario è un'evergreen per gente alienata. Ma cosa ne possono capire di economia, di lavoro, di sviluppo e di tutti i problemi ad essi legati..."
Quante volte avete letto o sentito frasi del genere? Si tratta delle risposte più comuni quando si affrontano i temi scottanti della crisi economica del terzo millennio. Appena si esce dal recinto del pensiero mainstream, si è bollati come pazzi visionari.


Ora però leggete con attenzione le parole che seguono: