martedì 27 novembre 2012

GUEST POST: L'Europa dei banchieri colonizza anche l'Italia


Sono sincero: non mi interessa nulla delle primarie del centrosinistra, e non per alterigia. Scusate, ma non riesco ad appassionarmi alla scelta di chi sarà l’uomo che pronuncerà il “prego, si accomodi” a Mario Monti dopo il voto del prossimo marzo per una nuova legislazione tecnico-austera. Inutile prendersi in giro, i mercati vogliono Monti e la sua agenda; e si sa come finiscono i paesi che osano sfidare certi poteri (Davide Serra, il finanziere che sostiene Renzi dalla City, dubito potrà creare un argine di garanzia alle necessità di poteri forti davvero, non di hedge funds).

Se anche i tedeschi guardano alla Lira...


Mentre in Italia parlare di uscita dall'Euro è ancora uno scabroso tabù, all'estero in molti iniziano ad "emanciparsi". E questa emancipazione ha il gusto del paradosso, perchè, invece di proporre una strada nuova, ne riabilita e ripropone una vecchia.

Succede così che, mentre a Bruxelles i Primi Ministri europei si scornano sul bilancio dell'Eurozona, il Washington Post pubblica uno studio firmato da Bloomberg in cui si spiega come la lira sarebbe un toccasana per l'intera Unione europea.
Infatti, secondo l'agenzia statunitense, l'Unione Europea avrebbe bisogno di una moneta in grado di funzionare e comportarsi come la nostra vecchia Lira, piuttosto che fare come "l'ei fu" Marco tedesco.

mercoledì 21 novembre 2012

Crisi Euro: l'elefante francese entra nella stanza...

C'erano una volta i Piigs (Portogallo, Irlanda, Italia, Grecia e Spagna), e per il mondo della finanza rappresentavano l'ombelico della crisi economica occidentale.
A certificarlo erano, e sono, le tre sorelle del Rating mondiale, di cui abbiamo parlato tante volte. Ad accompagnare e sostenere l'allerta mediatica su questi Paesi ha provveduto fin dall'inizio l'Economist.

Del poco esclusivo club di Nazioni finanziariamente malandate e sfaccendate, l'Italia è ad oggi l'elefante nella stanza; la sua economia è la più grande ed interconnessa al mercato globale, e la sua "salute" è stata per questo affidata alle cure di un tutore governativo di estrazione finanziaria. 
Quanto queste cure siano efficaci lo stiamo vedendo con i nostri occhi quotidianamente. E di quanto questa "tutela" assomigli ad una "curatela fallimentare" ne abbiamo parlato qui.

Lo scenario però muta continuamente, e sembra che nella stanza di cui sopra stiano spingendo un altro elefante; e, per giunta, anche un "pochino" più grande dell'Italia
L'elefante in questione risponde al nome di Francia, e rappresenta "appena" la seconda economia europea.

mercoledì 14 novembre 2012

Governo Monti: una curatela fallimentare di successo



Un paio di domande: 
Se la nostra classe politica è la barzelletta d' Europa, i nostri illustri "tecnici" cosa sono?
Se il "meglio" della società civile che si sostituisce alla politica è quello al governo, come è messa la nostra società?
Se il simbolo dell' Università di scienze economiche italiana per eccellenza (la Bocconi di Milano) è Mario Monti, come sono messi i nostri Atenei?

Ci hanno detto la nostra economia era in crisi ed i conti pubblici fuori controllo. Per questo abbiamo visto insediarsi un Governo di "tecnici", scelti con cura da un illustre professore (tanto illustre da non avere lasciato traccia di pubblicazioni scientifiche...).

martedì 13 novembre 2012

Debito pubblico: l'ipotesi della cancellazione.


Da qualche tempo se ne sente parlare. La soluzione alla crescita senza sosta del debito pubblico potrebbe essere semplice: cancellarlo! Basta austerity, tasse e aumento dell’Iva.. L’ipotesi è stata avanzata da Gavyn Davies in un editoriale sul Financial Times, per quanto riguarda il debito inglese
Una cancellazione del debito pubblico detenuto dalle Banche Centrali. In sintesi, la politica fiscale in forte deficit del passato è stata finanziata con l’emissione di moneta, ergo da inflazione futura. Una scelta sbagliata per la BUBA, e opposta a quella degli inizi degli anni Ottanta, quando fu fatto divieto alla Banca d’Italia di comprare le obbligazioni del Tesoro.

venerdì 9 novembre 2012

Obama reloaded: governo nuovo, problemi vecchi.


E così Barack Obama ha compiuto la sua grande impresa. "Four more years", altri quattro anni. Se qualcuno pensava che nel 2008 si fosse compiuto un miracolo irripetibile, le ultime presidenziali l'hanno smentito: il Presidente "coloured" si riconferma. E lo fa nel bel mezzo di una crisi economica globale, per certi versi senza precedenti.

Ma basterà la favola del "self-made-man-figlio-del meltin'-pot-americano" a portare gli Stati Uniti fuori dal guado (insieme a tutto l'Occidente)? 
Il primo mandato non sembra aver risolto nessun problema sistemico, tanto da aver costretto il team di Obama a mettere in soffitta il celebre "Yes we can"; anche perchè il seguito di quello slogan si può riassumere in un meno sognante, e molto più triste, "Yes we could".

giovedì 1 novembre 2012

Usa: tra potenza e debito. Tanto debito


Se la crisi dell'Euro vi preoccupa; se la situazione greca vi angoscia; se le sorti di Portogallo e Spagna vi stanno a cuore; se vedete male l'evoluzione della condizione economica dello "stivale"; se non vi convince del tutto nemmeno quella dei cuginetti d'Oltralpe; se avete sub-odorato qualcosa di strano nell'economia della nazione che canta "Dio-salvi-la-Regina"; se temete che quanto sopra possa arrestare il "ciuff-ciuff" della possente locomotiva tedesca...State sereni! Come dicevano una volta: "Per morire e per pagare i debiti c'è sempre tempo"...