domenica 10 novembre 2013

Alla Germania conviene un'Italia debole

 

«La ragione per cui in Europa esistono due pesi e due misure è semplice. L’Italia è una diretta concorrente della Germania sul piano industriale e quindi va penalizzata con l’austerity. La Spagna e altri paesi Ue al contrario sono debitori di Berlino e quindi non vanno troppo indeboliti o non riusciranno a pagare».

Lo sottolinea Alberto Bagnai, professore di Politica economica all'Università G. D’Annunzio di Pescara e autore del libro “Il tramonto dell’euro”. Gli italiani sono stati costretti a fare i salti mortali per pagare le tasse e fare rientrare il deficit al di sotto del 3% del Pil. Ad altri Stati come la Spagna, i Paesi Bassi e la Francia è stato invece consentito di derogare tranquillamente a quanto previsto nel trattato di Maastricht. Mentre la regola inclusa nei trattati secondo cui nessun Paese membro deve superare il 6% del surplus commerciale è violata da Germania, Lussemburgo e dalla stessa Olanda, senza che nessuno osi aprire una procedura d’infrazione.

Professor Bagnai, fino a che punto la responsabilità di questa situazione è dovuta alla debolezza dei governi italiani?

La vera causa del problema è molto più profonda. Quando a maggio l’Italia è rientrata dalla procedura d’infrazione riguardo il 3% nel rapporto deficit/Pil, pochi giorni dopo la Commissione Ue ha accordato a Francia, Spagna e Portogallo il permesso di derogare da questo obiettivo e di rientrare con più calma. In questo momento la Spagna ha un deficit pubblico intorno al 7%.

Qual è il vero motivo di questa penalizzazione dell’Italia?

Per la Germania l’Italia è un concorrente, e quindi va costretto a seguire politiche di austerità per indebolire la sua struttura produttiva. Viceversa la Spagna per Berlino è soprattutto un debitore, e quindi se la strozzasse imponendole di seguire pedissequamente politiche di austerità, correrebbe il rischio di non rivedere i soldi indietro.

È possibile convincere la Germania a rinunciare a questa politica dei due pesi e delle due misure?

Non sono sicuro che il governo italiano possa riuscire in questa impresa. Quello che i fratelli tedeschi dovrebbero ricordare nel loro interesse è il fatto che tra i paesi debitori in questo momento non ci sono solo la Grecia e l’Italia, ma anche gli Stati Uniti. Non vorrei che i tedeschi fossero costretti a ricostruire Dresda per la seconda volta nel giro di un secolo perché sarebbe davvero un peccato. Attraverso l’esportazione della deflazione la Germania sta creando problemi alla stessa America, cioè a qualcuno che tutto sommato è più forte di lei, e che può convincerla a un atteggiamento meno irresponsabile e più cooperativo.

Per quale motivo ritiene che la politica tedesca danneggi gli Stati Uniti?

In questo momento i tre poli più importanti dell’economia mondiale, che tutto sommato sono ancora Europa, Stati Uniti e Giappone, sono in una situazione molto diversa tra loro. Stati Uniti e Giappone sono di nuovo decollati attuando delle politiche espansive, mentre l’Europa a causa delle politiche di austerity è ricaduta nel baratro della recessione. Se la Germania non decide di attuare politiche più espansive, gli Stati Uniti saranno costretti a continuare a stampare dollari e il Giappone a stampare yen.

Quali sarebbero le conseguenze?

In questo modo si costringono Usa e Giappone ad attuare delle politiche eccessivamente espansive, creando il seme di potenziali bolle. In questo modo si pongono le premesse per un’ulteriore crisi, che è sempre la conseguenza di una crescita squilibrata.

La crisi dell’Eurozona è colpa soltanto della Germania?

La Germania ha delle gravi responsabilità. Berlino potrebbe cooperare per trovare una soluzione alla crisi europea. Delle politiche mirate potrebbero far sì che anche in Europa, come è successo in Stati Uniti e Giappone, la domanda e la crescita risalgano la china. In questo modo ci sarebbero molti meno rischi e gli altri paesi dovrebbero compiere sforzi meno gravosi.

Lei prima ha detto che negli Usa c’è malcontento verso la Germania. Ma l’euro forte non finisce per avvantaggiare le esportazioni americane?

In parte è vero, ma nessun Paese può puntare esclusivamente sulla leva del cambio per fare ripartire la domanda. Le esportazioni americane sono infatti danneggiate dalla decrescita dell’Europa e da redditi che, come in Italia, sono calati del 2% l’anno.

Quale può essere la via d’uscita da questa situazione?

Sarebbe opportuno che la Germania si prendesse le sue responsabilità di leadership, come fecero gli Stati Uniti dopo la Seconda guerra mondiale. Alla fine degli anni ’40 l’America era l’unica grande potenza esportatrice, perché tutto il resto del mondo, tranne forse qualche pezzo di Unione Sovietica, era stato bombardato e raso al suolo. Gli Stati Uniti erano dunque l’unico Paese che poteva produrre ed esportare, e hanno risposto con il Piano Marshall finanziando gli altri Stati. Non hanno costretto l’Italia e la Germania ad attuare politiche di austerità per pagare i debiti. Berlino adesso è esattamente nella stessa condizione in cui si trovava allora l’America, ma sta facendo un gioco molto pericoloso. Anche perché non si tratta del gioco della Germania in quanto tale, ma delle elite tedesche che nel corso degli ultimi 150 anni non hanno mai dimostrato molta lungimiranza.

Pietro Vernizzi

Fonte: www.ilsussidiario.net

Link: http://www.ilsussidiario.net/News/Economia-e-Finanza/2013/11/9/FINANZA-1-Bagnai-la-Germania-vuol-distruggere-l-Italia/2/442619/

 

1 commento:

  1. L’errore commesso dai padri nel dopo guerra?
    Non avere capito che il carattere dei figli non si forgia nell'agiatezza ma nel superare i problemi della vita quotidiana.
    Gli scarsi risultati del 3° millennio? Sono da attribuire all’apatia dei Giovani
    e alla disonestà (dei sessantottini che appartengono alla classe manageriale e politica) serva dei capitalisti che dopo là discesa in campo di SB ha spianato loro la strada.
    Rendendo l’Italia quello che è. Un grande mercato delle vacche dove il popolo sarà solo lo spalatore di letame. Sono più di venti anni che non investono un fico secco in’Italia per ammodernare le industrie
    Rende di più quotarsi in borsa e spostare gli stabilimenti nei paesi esteri dove il lavoro costa meno.
    L'ITALIA è la patria del precariato funge da riserva del domani.
    Quando il lavoro a basso costo nei paesi sottosviluppati finirà scongeleranno i nostri precari.
    Ho fatto un sogno utopico? Il Popolo si destava (finalmente ) e si univa per formare una -SPA- del lavoro
    Non esistevano più padroni chi aveva bisogno di manodopera si doveva rivolgere alla (-SPA-del lavoro)
    Pagando la manodopera di qui abbisognavano ad un prezzo stabilito dalla (SPA del lavoro)
    Il Tutto adeguando là manodopera al costo (reale) della vita ed hai costi di mercato
    I Cosi detti padroni che hanno sfruttato avidamente per secoli non esistevano più.
    il Popolo poteva scegliere Diventare padrone di se stesso ho prestatore di manodopera.
    La differenza del padrone di se stesso?
    Al padrone di se stesso Tolte le spese totali documentando il tutto rimaneva il 20% netto in più.
    La vera UTOPIA? Cosi facendo in un solo colpo avevano fatto sparire tutta la classe Politica serva delle lobby
    E le lobby stesse che non potevano più sfruttare il Popolo.
    Annullando di colpo tutti gli sprechi Perché il Popolo aveva solo un pensiero comune
    Unire le menti per fornire idee produttive con benefici per tutti.
    Chi non accettava? Era libero di andarsene via portando con sé per carità cristiana solo il 20% dei suoi possedimenti.
    PS Potrebbe essere un sogno che si avvera? Speriamo di SI.VITTORIO

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