mercoledì 28 gennaio 2015

Amato Presidente della Repubblica. Ovvero: al peggio non c'è mai fine

Siete di quelli che hanno aperto una bottiglia di spumante all'annuncio delle dimissioni di Giorgio Napolitano? Considerate il vecchio inquilino del Quirinale il peggior Presidente della Repubblica della storia italiana? Ancora non avete digerito tutte le porcherie istituzionali che Napolitano vi ha propinato?

Ok, ho una notizia per voi. Se tutto va bene... siamo rovinati.

Sì, perchè nella corsa all'elezione del nuovo Presidente della Repubblica all'orizzonte si staglia netta una figura inquietante: Giuliano Amato.

La situazione è quella che conoscete. Renzi e Berlusconi hanno stretto un patto di ferro per il Quirinale, perchè entrambi vogliono un Presidente garante dello status quo. Il bischero vuole un Colle che lo aiuti a mantenere salda la posizione, il vecchio vuole un garante del suo salvacondotto politico-giudiziario.

In più c'è da assicurare all'Europa ed ai "circoli che contano" un nome che sia una garanzia di stretta osservanza europeista ed eurista. E chi meglio di Amato può rappresentare questo profilo?
Il "dottor Sottile" è stato membro della Convenzione Europea che ha stilato il Trattato di Lisbona (ex Costituzione Europea), è stato consulente di Deutsche Bank e consigliere di Monti all'epoca del suo premierato.

Inoltre la sua propensione al rigorismo ed all'osservanza del credo europeo di "osservanza Bundesbank", è testimoniata dalla fermezza con la quale, quando era Presidente del Consiglio italiano, in una notte del 1992 prelevò il 6 per 1000 da tutti i depositi bancari. Tutti.
E, giusto per ricordare un po', siccome i prelievi dai conti correnti non bastavano, il “Dottor Sottile” si occupò anche delle nostre case: a lui anche il merito dell’introduzione dell’Ici, dalla quale furono esentati gli immobili della Chiesa e delle fondazioni bancarie.

Poi c'è da considerare il profondissimo curriculum istituzionale che Amato può vantare. Cosa che in un Paese che ha glorificato, in tempi di anti-politica un Presidente come Napolitano, in Parlamento ininterrottamente per 60 anni, non può che essere un merito(!?).

E allora vediamo:
  • 4 volte deputato
  • 2 volte premier 
  • 2 volte ministro del Tesoro 
  • ministro dell’Interno 
  • presidente Antitrust 
  • vicepresidente della Convenzione europea 
  • presidente della Treccani 
  • presidente della Scuola superiore Sant’Anna di Pisa 
  • presidente Comitato dei garanti per i 150 anni dell’Unità d’Italia
  • consulente di Deutsche Bank 
  • consigliere di Monti per i tagli ai costi della politica
  • giudice della Corte Costituzionale (nominato da Napolitano)

Sarebbe poi interessante andare a ripercorrere la sua avventura come dirigente e strettissimo collaboratore di Bettino Craxi, di cui è stato per anni in vice nel Partito Socialista. Partito dal quale si sganciò con un tempismo perfetto, ripudiando il suo leader, all'indomani del tracollo di Mani Pulite.
Ma di quella stagione lui è sempre stato esentato dai richiami alla responsabilità politica, che certamente aveva.

Infine, del nostro eroe come non ricordare la famosa e ricchissima pensione di 31.000 euro mensili. Ma non tanto per l'assegno in sè, di cui non è l'unico beneficiario in Italia, ma per la faccia tosta che ebbe in una intervista con Lilly Gruber
Alla domanda della giornalista "Sarebbe disposto ad abbassarsi la pensione (per solidarietà ai contribuenti alle prese con la crisi - nda)?" Amato rispose, mettendo fine alla trasmissione: "Non capisco la domanda."
Noi non abbiamo mai capito la risposta... O forse abbiamo capito molto bene.

Ricapitolando, questo è quello che probabilmente ci aspetta, all'insegna del "sempre più difficile" di circense memoria.
Sembra impossibile, e forse lo è, ma il prossimo Presidente della Repubblica potrebbe perfino farci rimpiangere (ok, "valutare diversamente" suona meglio)  Napolitano.

Vedremo.

Stay tuned

 

4 commenti:

  1. Bell'articolo. Hai però dimenticato quest'altra carica:

    http://www.aspeninstitute.it/istituto/comunita-aspen/comitato-esecutivo

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Questa mi mancava... E non è una carica irrilevante.

      Grazie per la segnalazione.

      Elimina
  2. Importantissima direi: è da quella che scaturiscono la maggior parte delle altre. Se poi vai sulle pagine del sito tipo quella che ti linko adesso e dai un occhiata al paragrafo "metodo" ti rendi conto che non c'è speranza..

    http://www.aspeninstitute.it/istituto/identita-e-missione

    Ti saluto

    RispondiElimina
  3. Conoscevo già la "filosofia" di questo think tank.
    Comunque grazie ancora.

    RispondiElimina