venerdì 25 gennaio 2013

Caso Mps e politica: un film già visto

E adesso ovunque, in tv - sui quotidiani -   nelle radio, la "hot news" è lei (o lui, se preferite): Monte dei Paschi di Siena

Solo che, a meno che io non sia particolarmente distratto (e potrebbe anche esserlo), la vicenda dei disastri gestionali della storica banca senese è stata buttata esclusivamente in politica; o per meglio dire, in caciara politica.
Quindi è tutto un rimpallo di accuse tra partiti sulla vicinanza al management di Mps, sull'influenza nel cda, sulla copertura di Mussari; e ancora, "quella è la vostra banca", "noi facciamo la politica e non i banchieri" e cosi via.

Ovviamente nel frastuono mediatico della campagna elettorale, dove a rincorrersi nell'informazione sono le battute e le pizzicate tra i leader, e mai (dico Mai) i programmi e le idee concrete..., al cittadino-elettore medio non si fa comprendere una beneamata mazza! Per l'ennesima volta. 


Ma cosa bisognerebbe far comprendere? Una cosa in realtà piuttosto semplice: che il caso Mps non è un'eccezione, bensì la regola. Il sistema bancario e finanziario oggigiorno è questo, un'immensa bolla pronta ad esplodere.
Il 2008 avrebbe dovuto farci aprire gli occhi e vedere cos'era diventata l'economia globale occidentale. Il crac di Lehman Brothers, Aig e via dicendo, era il segnale che la finanza aveva passato il limite, e che il mondo era infettato paurosamente da un virus che stava uccidendo l'economia reale. Ed insieme a quest'ultima gli Stati, chiamati a soccorrere le banche con salvataggi pubblici, a base di trasfusioni poderose di denaro dei cittadini. 

Denaro, tra l'altro, che gli Stati neanche potevano permettersi; ma ce li hanno fatti tirare fuori lo stesso: le banche vanno salvate sempre a tutti i costi. Basta scaricare il tutto sui conti pubblici ed il gioco è fatto. Ma non sia mai detto che dopo gli Stati intervengano a regolare in maniera ferrea il settore bancario: è un tabù!

Così quando l'economia sbanda paurosamente, chi deve occuparsi di rimetterla in sesto? Ma un governo di banchieri, of course! 
Ovviamente come si comporta un Mario Monti?: ammazza di tasse il sistema produttivo ed i contribuenti, e la chiama austerity. Ti piazza randellate tra capo e collo come l'Imu sulla prima casa, e poi con quei soldi che ci fa? Lo sapete: li dà al Monte dei Pacchi di Siena per sistemare i disastri della sua gestione a base di derivati.

Ma fosse solo Mps...Credete che le altre banche siano immuni dai rischi degli azzardi finanziari? Non illudetevi. 
Le banche di mezza Europa (quella che conta) hanno la pancia piena di spazzatura che, prima o poi, vomiteranno sui governi. Vi siete mai chiesti perchè la montagna di euro dell' LTRO stampati dalla Bce (1000 miliardi) sono rimasti in massima parte parcheggiati nelle casse delle banche europee...? 

Allora se fossimo un Paese con una classe politica seria, già che siamo in campagna elettorale, questa dovrebbe cogliere l'occasione di affrontare seriamente il problema. La nostra politica dovrebbe rivendicare il ruolo sovrano dello Stato
Dove per Sovranità intendo il potere di dettare le regole, nell'interesse del benessere più diffuso dei suoi cittadini; e poi il potere, anzi dovere, di sorvegliare sul rispetto di quelle stesse regole.

Da una classe politica seria mi aspetterei una proposta forte, come quella di dire: 
"Ok, abbiamo preso 3,9 miliardi degli italiani per salvare Mps; siccome è una cifra maggiore della sua capitalizzazione, la banca ora è nazionalizzata, poi si vedrà". 
Anche perchè, vista la debolezza e l'andamento del suo titolo in Borsa, non è mica balzano immaginarsi una sua possibile scalata o acquisizione straniera...
Ed in quel caso avremmo l'ennesima beffa: un istituto bancario di rilevanza nazionale, salvato con i soldi pubblici italiani e regalato poi ad un colosso bancario francese, inglese o tedesco. Un film visto già altre volte.

Così come la campagna elettorale odierna, che è una commedia dell'arte vista e rivista da decenni: cambiano gli interpreti (e neanche tanto), ma il finale è sempre lo stesso.

Stay tuned




Nessun commento:

Posta un commento